Le ondate di calore sono “condizioni metereologiche estreme che si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione” (fonte: salute.gov).
Si verificano sempre più spesso in contemporanea anche in luoghi molto distanti tra loro, in questo caso nei Paesi considerati le principali potenze economiche mondiali e questo influisce anche sulla produzione e l’export di alimenti.
Sono, in breve, delle correnti a getto, fiumi di aria che si spostano velocemente nella parte superiore dell’atmosfera, alle alte altitudini.
Daniel. E. Horton, climatologo della Northwestern University (USA), in un’intervista al New York Times, spiega che per avere un’ondata di calore, abbiamo bisogno del calore e di una circolazione atmosferica che permette al calore di accumularsi e con il riscaldamento globale, l’eccesso di calore è presente in abbondanza ma questo ha un impatto anche sul modo in cui viene distribuito nelle varie parti del mondo.
Studi recenti hanno riscontrato questo tipo di collegamento climatico tra Nord America, Europa e Asia e, in base ad un’analisi pubblicata sul Journal of Climate, il numero medio di giorni tra maggio e settembre in cui si è registrato il picco è raddoppiato tra gli anni 80 e il decennio del 2010 ma, ancora peggio, il numero di giorni con almeno due o più ondate di calore è cresciuto di sette volte, arrivano a 143 giorni.
Il rapido riscaldamento dell’Artico legato al global warming riduce la differenza di temperatura tra le fasce settentrionali e meridionali dell’emisfero nord del pianeta; queste differenze, tuttavia, sono utili perché costituiscono la principale spinta delle correnti a getto che spostano masse di aria nell’alta atmosfera di entrambi gli emisferi.
Se si riducono le differenze di temperatura, le correnti a getto rallentano ed eventi come ondate di calore, così come piogge intense od ondate di gelo invernale, finiscono per sostare più a lungo sopra la stessa area.
Più è prolungata un’ondata di calore, più si avranno ripercussioni gravi sulla salute della popolazione, sui raccolti e sulla tenuta delle foreste colpite da incendi.