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Chi dice di non aver mai sentito parlare di PM10, PM1, micron o particolati, mente.

Queste varie diciture racchiudono quello che è il concetto di polveri sottili, le quali respiriamo ogni giorno senza nemmeno accorgercene; infatti, esse sono un insieme di sostanze sospese nell’aria sottoforma di particelle che derivano sia da sorgenti naturali che dall’attività dell’uomo.

Tra i vari tipi di “miscele” di queste polveri, la più nociva per la nostra salute è la PM1 con un diametro inferiore ad un micrometro.

Una delle principali fonti di polveri sottili deriva dall’attività umana, basta pensare al motore delle auto, caldaie, stufe a pellet e camini, centrali termiche e processi industriali che immettono nell’atmosfera particolato.

La pericolosità di queste polveri sottili per l’uomo è legata principalmente alla loro dimensione che favorisce l’ingresso nel nostro organismo, superando addirittura le difese immunitarie; lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato le polveri sottili nel gruppo 1, ovvero “agenti sicuramente cancerogeni per l’uomo”.

Gli studi dimostrano, inoltre, che in Europa annualmente si registrano decessi per oltre 500.000 persone a causa dell’inquinamento atmosferico e i dati riguardanti l’Italia sono allarmanti: 90mila decessi prematuri e 1.500 decessi per milioni di abitanti, 1.116 dei quali solo per il particolato PM2,5.

 

( Dati riportati in un recente report di settembre 2017, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile(2) in collaborazione con Enea(3) e con la partnership delle Ferrovie dello Stato Italiane(4), in un’approfondita analisi delle cause primarie dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane e dieci proposte per far crescere la green economy e migliorare la qualità dell’aria nelle città)

 

Così come negli ambienti esterni rischiamo di inalare le polveri sottili, anche negli ambienti interni possiamo ritrovarle: gli infissi, stufe a pellet, camini, bocche di ventilazione, sono tutti possibili punti di accumulo e di accesso di polveri fini.

 

Come possiamo difenderci da queste polveri sottili? 

 

È scontato dire che più continuiamo ad utilizzare mezzi a combustione, più è inevitabile che la riduzione delle polveri sottili sia molto lenta o quasi inesistente.

Bisognerebbe passare ad un sistema produttivo totalmente diverso, utilizzare fonti rinnovabili per avere energia pulita, riduzione del traffico di auto e aerei, favorire il rimboschimento e la diffusione del verde (poiché piante e alberi sono capaci di assorbire una buona parte di polveri fini, migliorando la qualità dell’aria).


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