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Perché è importante piantare gli alberi in città?

Ci sono diversi motivi che spiegano l’importanza di questi “polmoni verdi” all’interno delle aree urbane: assorbono carbonio, riducono l’inquinamenti, producono ossigeno, proteggono il suolo limitando il rischio di frane e mitigando gli effetti delle alluvioni, hanno una biodiversità fra le loro chiome, rappresentano una memoria storia, filtrano l’acqua piovana attraverso le radici ecc.

Ma il dettaglio più importante è che fanno “risparmiare energia”, ma cosa intendiamo per risparmio energetico?

Grazie alla loro capacità di rinfrescare l’aria, gli alberi, soprattutto se posizionati in prossimità degli edifici, consentono di ridurre il consumo di aria condizionata, in taluni casi anche del 30%, con conseguente risparmio energetico ed economico.

Bisogna considerare che, però, due alberi da soli non bastano, poiché ondate di calore, siccità e aria inquinata stanno rendendo la vita difficile anche alle specie arboree che abitano le aree urbane, rese vulnerabili da condizioni climatiche che superano i limiti della loro tolleranza.

Per far fronte a questo problema, molte città stanno provvedendo a ricoprire il territorio con una vera e propria “foresta verde”; in Italia, l’obiettivo di tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano all’interno del Piano Nazionale di ripresa e resilienza prevede la messa in dimora di 6,6 milioni di alberi nelle 14 città metropolitane.

Ma, ovviamente, c’è un problema, ovvero fino a quando gli alberi riusciranno a gestire gli aumenti di temperatura e di inquinanti nelle nostre città?

Uno studio coordinato dagli esperti di ecologia urbana della Western Sydney University mostra come circa due terzi delle specie arboree presenti in città siano minacciate dagli stress climatici.

Un dato poco incoraggiante, considerato anche che il rischio per le foreste urbane non è uguale in tutto il mondo: i ricercatori hanno stimato un tasso di mortalità per gli alberi delle città dell’India, Sud Africa, Nigeria, Togo e altri paesi in via di sviluppo che, in base agli indici di vulnerabilità e resilienza stilati dall’Università di Notre Dame, negli Stati Uniti, hanno capacità limitate di mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulle loro foreste urbane.

Quindi, quali sono i compromessi per avere un basso rischio ed una maggiore efficienza?

Sebbene gli studi prevedono che entro il 2050 il 75% delle specie arboree e arbustive urbane sarà messo in pericolo dalle nuove condizioni ambientali, bisogna fare un piano di dimora delle specie che tollerano meglio determinate condizioni, la scelta del posto in cui piantare gli alberi, determinante per il successo di un progetto di “riforestazione delle città”.

 

Un altro studio fatto dai ricercatori dell’Università di Nanchino, in Cina, in collaborazione con i colleghi della Yale University, hanno dimostrato come la presenza della vegetazione urbana riesca a compensare parte del riscaldamento  delle città, utilizzando una raccolta dati di 2000 centri urbani tra il 2002 e il 2021.

Da questo studio emerge che le città si riscaldano di 0,5 gradi ogni decennio ma, al contempo, i ricercatori hanno scoperto che “l’inverdimento urbano” riesca a rallentare l’aumento della temperatura della superficie delle città e a compensare circa 0,13 gradi di riscaldamento per decennio.

Gli alberi però non riescono a fare tutto da soli, bisogna adottare una serie di soluzioni che nell’insieme possano svolgere il ruolo di mitigatori climatici.


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